foto Tommaso Le Pera
regista, filmmaker, autore, docente attore
Marcello
Cotugno Regista, filmmaker, autore, docente, attore. Si forma alla
Stabile Teatro Scuola di Napoli diretta da Guglielmo Guidi, al Teatro di Roma con
Mario Martone e, alla Biennale di Venezia, agli Atelier di regia di Eimuntas
Nekrosius e di drammaturgia di Neil LaBute.
In teatro, dal 1996 a oggi, ha diretto oltre sessanta
spettacoli, prediligendo la drammaturgia contemporanea. Tra gli autori
rappresentati: Edward Albee, Neil LaBute, David Mamet, Letizia Russo, Roland Schimmelpfennig, Rebecca Gilmann, Simon Bennett, Gregory Motton, Pierre
Notte, Claudio Fava, Pupi Avati, Sergio
Pierattini, Irene Alison, Eric Coble,Jane Birkin, Patrick Marber. Nel 2000 è uno dei vincitori del premio indetto da Mario
Martone “7 Spettacoli per un Teatro Italiano per il 2000” con il suo testo: Anatomia
della morte di… - rappresentato al Teatro Argentina di Roma e prodotto dal
Teatro di Roma e da Beat72.
Ha da poco diretto The Red Lion di Patrick Marber, prodotto da La Pirandelliana e Teatri Uniti, che ha debuttato al Napoli Teatro Festival 2020.
Per il cinema, si diploma in Filmmaking alla New York
Film Academy nel 1999, con il cortometraggio Don’t you need. Somebody to
love (menzione speciale al LAIFA 2001 a Los Angeles). Dal 2000 a oggi
realizza nove cortometraggi, premiati sia in Italia che all’estero, l’ultimo,
del 2018, Il perdono scritto da Dario
Iacobelli, prodotto da Panamafilm, è stato premiato a
Cortinametraggio 2019 per il migliore attore protagonista ed è stato finalista ai
Globi d’Oro 2019.
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Lo spogliatoio di una squadra di calcio dilettantistica. Tre uomini si affrontano e si confrontano: una giovane promessa del calcio, l’allenatore e l’anziano factotum della società. La messa in scena semplice e simbolica di Cotugno trasferisce nella provincia campana l’originale inglese di Marber.
Read MoreCarol e Martin tornano a casa dopo aver trascorso sei anni lavorando nello staff di Medici senza frontiere in un paese africano non ben definito. Al loro ritorno, vengono invitati a cena dai loro vecchi amici Liz e Frank. Le due coppie si erano incontrate alla facoltà di medicina ma da lì in poi le loro vite avevano preso percorsi estremamente differenti. Mentre Carol e Martin hanno scelto di prestare assistenza medica in luoghi di estrema povertà, Liz e Frank hanno invece esercitato la loro professione inseguendo obbiettivi più tradizionali: la carriera, il guadagno, la costruzione di una famiglia. A legarli in questa lunga distanza, la presenza di una bambina, Annie, che Liz e Frank hanno adottato a distanza, e di cui Martin e Carol si sono presi cura durante la loro permanenza in Africa. Durante la cena, l’alcool inizia a scorrere e fa emergere incomprensioni e gelosie reciproche tra le due coppie. Protagoniste inerti dell’azione diventano inaspettatamente due bambole. La prima, Peggy Pickit (che dà nome all’ opera), è un costoso giocattolo di fabbricazione occidentale destinato da Liz e Frank ad Annie, l’altra è una semplice bambola artigianale di legno, portata in dono dall'Africa da Carol e Martin per Katie, la figlia biologica dei loro amici.
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